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DIGITAL MARKETING TURISTICO

Turismo esperienziale e sostenibilità umana

By 18 Gennaio, 2024No Comments
Foto di Fabio Comparelli su Unsplash

Nel corso dell’ultimo decennio l’offerta dei sistemi turistici è stata approfondita grazie anche a nuovi approcci teorici e metodologici, diventando un contesto di ricerca, di dibattito, di sperimentazione e di allocazione di risorse finanziarie, pubbliche e private, determinante per lo sviluppo locale.

Un cambiamento radicale è avvenuto anche per quanto riguarda la domanda turistica: la maniera di viaggiare, infatti, è cambiata molto. La pandemia ha ulteriormente segnato uno spartiacque tra un prima e un dopo, così come la crisi economica sta fortemente influenzando le scelte del turista medio. Stanno cambiando le abitudini e le attenzioni, nuove forme di viaggio sono sempre più in voga e sempre più spesso si parla di turismo sostenibile per la valorizzazione delle identità e dei patrimoni e la sostenibilità in genere, requisiti che prima non erano assolutamente richiesti.

Per far coincidere questa nuova “domanda turistica” con l’offerta è necessario tessere una rete di relazioni a favore dello sviluppo territoriale per valorizzare le specificità locali e integrarle, mantenendo l’identità, nel sistema globale. Un modo per rendere più attrattivo e competitivo il territorio, permettendo di sviluppare una politica di governance basata sulla condivisione e negoziazione. 

La mancanza di integrazione tra politiche per il turismo e la strategia di sviluppo economico complessiva di certo non aiuta. La molteplicità dei soggetti interessati allo sviluppo e alla promozione del turismo è sicuramente una sfida per la realizzazione di una strategia turistica nazionale in linea con le nuove esigenze della domanda turistica.

Il territorio, e il rispettivo capitale umano, non è più il semplice spazio in cui si realizza l’attività turistica, ma il nuovo e vero protagonista del turismo che, ormai, sembra quasi non bastare più a identificare l’universo dei nuovi viaggiatori. Le nuove tendenze nel turismo sono sempre più legate al rapporto tra individuo, territorio e comunità, e ad una maggiore sostenibilità ambientale e umana in cui le relazioni costituiscono l’elemento chiave. 

 

PERCHÉ È COSÌ IMPORTANTE IL FATTORE UMANO

Già nel 2005 l’Associazione Italiana Turismo Responsabile sottolineava e riconosceva la centralità della comunità locale ospitante e il suo diritto ad essere protagonista nello sviluppo turistico sostenibile e socialmente responsabile del proprio territorio. Gli “attori” di una esperienza turistica, ovvero “il turista”, l’”organizzatore” e la comunità locale ospitante, devono essere consapevoli di trovarsi coinvolti in una dinamica complessa in cui tutti devono rispettare, preservare o creare gli equilibri giusti per una sana, sostenibile e redditizia sopravvivenza degli altri protagonisti dell’esperienza turistica.

Cosa è cambiato da allora?

Non sempre è stato così. Ancora oggi ci troviamo di fronte a fenomeni di turismo fagocitanti che incidono molto sull’ambiente e sulla vivibilità dei territori, serve, al contrario, fermarsi, ragionare, progettare insieme quale tipo di turismo fa bene a quel singolo territorio e al cittadino che è il primo turista. Il cittadino deve godere degli stessi servizi del turista perché la mancanza di strutture per il cittadino si traduce in una carenza del servizio turistico stesso. Senza strutture sociali sul territorio non si può parlare di sostenibilità.

A fare la differenza è proprio il fattore umano, inteso come sinergie delle realtà sul territorio, che dimostra di avere sempre più un ruolo determinante nel modo di fare turismo. Se in passato, infatti, il viaggio era inteso come una vera e propria fuga psicologica che permetteva di tornare a casa riposati e ricaricati, pronti per ricominciare con la propria routine in una vita spesso insostenibile per modelli e stili adottati, oggi la vacanza viene vissuta anche come un momento di crescita personale, un’opportunità per scoprire e imparare del nuovo grazie anche alle persone che si incontrano e con cui ci si relaziona. 

Per realizzarlo serve puntare sulla sostenibilità umana, ovvero la capacità e la volontà di dare risposte concrete costruendo un valore che non sia solo economico, ma abbracci l’idea di sostenibilità in tutti i suoi aspetti. Significa costruire una proposta valoriale a tutto tondo, tenendo presente l’impatto a lungo termine, senza servirsi di facili soluzioni, ascoltare le richieste e proporre risposte concrete con competenze, metodi e strategie specifiche che vengono intraprese per preservare la vita umana e migliorare il benessere delle comunità.

Uno dei fattori che favorisce la sostenibilità umana è sicuramente la sostenibilità culturale intesa come valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale di un territorio. Garantire, ad esempio, la sopravvivenza di relazioni, tradizioni ed emozioni in un’epoca come la nostra che necessita di uno scambio culturale, emotivo ed esperienziale che si sta via via perdendo anche per un uso non sempre corretto della digitalizzazione. 

Ed ecco che il turismo esperienziale diventa un’opportunità per ricreare quei contatti umani un po’ avariati e una conoscenza di luoghi che passa anche dalla possibilità di vivere esperienze che richiamano la tradizioni di quei specifici territori di cui ne sono espressione. Non a caso, secondo l’UNWTO (l’Organizzazione Mondiale del Turismo), entro il 2030 la richiesta di turismo esperienziale aumenterà del 57%.

Nel turismo esperienziale si va alla ricerca di momenti di vita quotidiana tipici della comunità che raccontano usi e saperi di quel luogo e di quella gente. Bisogna però essere in grado di raccontare quel territorio, conoscerlo al meglio nelle sue eccellenze e avere la voglia di valorizzarlo. Bisogna, dunque, trovare il proprio modo di fare e vivere il turismo. Il cuore del turismo esperienziale sono l’interazione e le relazioni sociali attraverso esperienze uniche – come fare il pane, impastare la pasta in casa, vivere una giornata con un pastore – che lasciano un ricordo indelebile nella memoria del visitatore. In questa relazione è la stessa comunità che accoglie, generando integrazione e inclusività, ma allo stesso tempo producendo benefici sull’economia dell’intero territorio. 

Proporre esperienze innovative e originali vuol dire quindi anche mettere in pratica un vero e proprio marketing territoriale che permette alle diverse località e ai vari operatori di caratterizzarsi e personalizzare prodotti turistici innovativi. E per realizzarlo serve appunto favorire una sinergia e una cooperazione tra gli attori della comunità.

Se per alcuni il turismo esperienziale si rivolge ad una nicchia di turisti, offrendo esperienze da creare su misura, originali e adatte alle esigenze del visitatore, differenziandosi quindi dal turismo più tradizionale in cui le soluzioni offerte sono più generiche e standardizzate, secondo un altro punto di vista la partecipazione sociale e in massa delle varie parti interessate potrebbe portare a degenerazioni sul piano territoriale. Tra questi, ad esempio, si accusa la perdita di identità della comunità chiamata a falsificare un po’ la propria realtà autoctona per fini turistici, e l’incentivare una competizione tra i vari territori per ricercare una specificità da spendere sul mercato turistico. 

Si evidenzia anche la possibile degenerazione in turismo di massa soprattutto per le strutture sociali delle aree rurali e le piccole comunità che possono essere soggette al fenomeno dell’overturism che, nel lungo periodo, può generare un impatto negativo sul territorio. Un turismo che si riduce a un’impresa economica e stravolge le risorse dei luoghi.

Ad allontanare questi sospetti bastano i numerosi esempi virtuosi, presenti in tutta Italia, di turismo esperienziale. Dimostrazione di un modello che ha fornito delle opportunità per il territorio e delle esperienze uniche per chi le vive, stabilendo una governance e lavorando molto su una effettiva sostenibilità ambientale e umana, ascoltando le esigenze e le possibilità del territorio con le richieste del pubblico, senza per questo svendersi o snaturare il territorio e la comunità.

 

QUALCHE ESEMPIO IN ITALIA DI TURISMO ESPERIENZIALE IN SICILIA

In Sicilia, ad esempio, si contano parecchie agenzie che propongono ai turisti esperienze indimenticabili alla scoperta delle varie anime di questa terra. Sicani, Madonie, Valle dell’Alcantara, Etna e non solo. Anche città come Palermo possono essere vissute con occhi ed esperienze completamente nuove, per andare oltre gli stereotipi e i percorsi già conosciuti. Ve ne elenchiamo solo alcuni.

Nel 2002 Val di Kam era una giovane startup che iniziava a muovere i suoi primi passi nel settore turistico, in uno dei territori più sconosciuti e autentici di Sicilia, i Sicani. Da allora sono cambiate le proposte, la varietà dell’offerta e la consapevolezza di vivere in un territorio unico e dal grande potenziale. Oggi, a detta degli esperti del settore, Val di Kam è un esempio virtuoso che potrebbe essere replicato e adattato ad altri territori della Sicilia e non solo. Negli anni è cambiata anche la definizione dei servizi offerti che adesso si definiscono “esperienze”. Si tratta di veri e propri incontri: quasi sempre tutte le giornate proposte da Val di Kam culminano, infatti, in incontri con i locals. Un turismo fatto di relazioni tra ospitante ed ospitato e che spesso sfociano in esperienze fatte con gli stessi, trascorrendo del tempo insieme, preparando qualcosa, svolgendo delle attività, parlando della vita, condividendo del tempo insieme.

Un tesoro di storie da scovare tra antichi borghi medievali, foreste centenarie, cantine, pascoli, valli, colline e campi di grano. Un gruppo di amici, impegnati in progetti di lavoro e di vita del cuore della Sicilia, ha creato una rete di agricoltori, artigiani, mugnai, cuochi, e pastori: persone che amano il proprio territorio e che hanno scelto di vivere per proteggerlo e rinnovarlo con iniziative creative, sostenibili e aperte. The Heart of Sicily nasce per liberare la creatività e condividere la bellezza e l’autenticità della Sicilia interna e rurale, le Madonie, la zona più lontana dalle coste, meno popolata e conosciuta. Le Madonie racchiudono un caleidoscopio di paesaggi, colori e profumi siciliani. Questa straordinaria varietà naturale ha dato adito a un’altrettanta diversità di sapori e saperi, che le comunità locali tramandano con orgoglio.

Nata a Caltanissetta due anni fa, l’associazione Inner Sicily sta costruendo itinerari di turismo esperienziale per un’immersione nell’autenticità della Sicilia dell’entroterra. Quella meno conosciuta e che non compare nei circuiti turistici canonici, ma che offre gioielli di storia, cultura, ambiente ed enogastronomia. Una Sicilia bagnata da fiumi e torrenti dove la macchia mediterranea cede il posto a lecci e roverelle e dove, grazie all’archeologia industriale, si incontrano storie di innovazione e ricchezza. La zona tra Enna e Caltanissetta era un tempo conosciuta in tutta Europa per le miniere di zolfo, tra i vari percorsi, ad esempio, c’è la volontà di ricostruire, attraverso una narrazione contemporanea, una storia del territorio fatta di lavoro, sudore e rivoluzione industriale. Inner Sicily propone a turisti e visitatori occasioni uniche di scoprire luoghi, comunità, esperienze, fuori dai classici circuiti turistici.

Terradamare è una cooperativa turistica formata da un gruppo di esperti del settore                      artistico, sociale, turistico e web che opera nel territorio di Palermo, con l’obiettivo primario di promuovere sistemi di rete a supporto del turismo: una vera e propria rete culturale, sociale e religiosa all’interno del territorio della città di Palermo con particolare attenzione verso Ballarò, dove ha sede la cooperativa.

Attraverso la sua attività, Terradamare si propone di arricchire l’offerta turistica palermitana mediante la realizzazione di un ‘contenitore’ innovativo, basato sull’integrazione tra la piccola ricettività e un ampio ventaglio di occasioni quali: itinerari turistici, corsi, laboratori, manifestazioni ed eventi, al fine di valorizzare il patrimonio storico, artistico, culturale nonché sviluppare e promuovere il turismo culturale.
Un viaggio lento, una passeggiata contemplativa all’interno delle vie di una città ricca di storia e di storie, permettendo di instaurare un rapporto diretto, privo di mediazioni tra il viaggiatore-pellegrino e il territorio.

Spinti dalla passione per l’Etna, il suo paesaggio e il suo ambiente naturale, e da quel meraviglioso quanto dimenticato animale che è l’asino, è stato sviluppato un modello di turismo sostenibile ed eco-compatibile che ha come obiettivo la valorizzazione del territorio, la riscoperta della cultura rurale e delle tradizioni che un tempo caratterizzavano questa parte di Sicilia. Nasce così Etna Donkey Trekking, a passo d’asino per i sentieri dell’Etna, un nuovo modo per far conoscere le meraviglie di questa “montagna”, in compagnia di questi forti e docili asinelli. Un tempo rappresentavano il mezzo di trasporto per le popolazioni agricole e sono gli animali che meglio si adattano alle condizioni morfologiche dei percorsi naturalistici dell’Etna. 

Addiopizzo Travel nasce da una costola del movimento anti-mafia Addiopizzo, con l’obiettivo di contribuire alla campagna di consumo critico “Pago chi non paga”, e avere un focus sul settore turistico. nel 2011 ha vinto anche il TO DO! CONTEST 2011, il premio internazionale sui progetti di turismo responsabile. Oggi cooperativa sociale e tour operator, propone turismo etico per chi dice no alla mafia. Alla scoperta dei luoghi, delle esperienze e delle storie più significative della lotta antimafia, per regalare momenti di vera partecipazione. Con la consapevolezza di non lasciare nemmeno un centesimo alla mafia.

Questi sono solo alcuni esempi. Sono davvero tante le esperienze che stanno sbocciando grazie anche ai local insiders che, avendo maturato nel tempo i meccanismi, gli usi e i costumi delle persone e del luogo, prendono per mano l’ospite per accompagnarlo in attività uniche. 

Non solo, quindi, passeggiate e racconti, ma anche esperienze pratiche come quelle che si possono vivere impastando la pasta per il pane da cuocere in un forno a legna di un piccolo paesino dell’entroterra, oppure riscoprire i mestieri di una volta oggi andati quasi del tutto perduti. E poi ancora esperienze sensoriali, “mangiate” domenicali in famiglia come vuole la tradizione e molto altro. Ce n’è davvero per tutti i gusti. Percorsi e incontri che parlano di cura, persone, ambiente, paesaggio, arte e bellezza. 

Noi siamo alla ricerca continua di realtà virtuose come quelle che vi abbiamo raccontato. E voi, avete suggerimenti da darci? O altre realtà da farci conoscere?