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MARKETING TERRITORIALE

Enoturismo 4.0 tra Marketing territoriale e Digitalizzazione

By 25 Gennaio, 2022No Comments
enoturismo degustazione vini

Esperienza sul territorio, “winecation”, “neverending tourism” e nuove abitudini: sono moltissime le sfide che l’enoturismo in Italia dovrà affrontare, in primis l’equilibrio tra transizione digitale, innescata dalla pandemia e il desiderio di offrire un’esperienza “da protagonisti”.

Nonostante le difficoltà evidenti per tutto il settore, l’Italia si classifica come miglior paese per l’enoturismo, creando le basi per un confronto costruttivo e lungimirante. Vediamo insieme le caratteristiche dell’enoturismo, la domanda e dell’offerta e l’evoluzione di questo segmento turistico sfaccettato.

La svolta esperienziale dell’enoturismo

Il vino, un tempo identificato come semplice prodotto di consumo, oggi è diventato un mondo che abbraccia cultura, persone, territorio, tradizione. Chi desidera degustarlo, vuole anche scoprire lo stile di vita, la storia delle persone e del territorio dove viene prodotto. Da consumo è diventato esperienza turistica emozionale, in grado d’influenzare le motivazioni di viaggio. Il territorio si trasforma nel “palcoscenico” privilegiato per ospitare questa esperienza, legando l’enoturismo a strategie di marketing territoriale.

Questo è stato il primo step alla base della maturazione di un settore strategico in epoca pre-pandemica. L’Italia in questo senso, ha moltissimo da offrire, come leggiamo nel paragrafo successivo.

Stato dell’arte dell’enoturismo

Secondo la ricerca di Bounce, l’Italia è stata incoronata come miglior paese per l’enoturismo. Il Belpaese, infatti, ospita alcune delle regioni storiche di vocazione vitivinicola, offrendo più di 400 diverse varietà di vitigni autoctoni, in grado di soddisfare ogni esigenza e palato.

enoturismo italiaFonte: Bounce

Lo studio è stato condotto sulla base di alcuni fattori come il consumo e la produzione (82 milioni di ettolitri ogni 100.000 persone), i vigneti, i tour e il costo medio di una bottiglia di vino. A giocare a nostro favore, sicuramente, il clima mediterraneo e la fertilità del terreno, unita alle competenze e tecniche millenarie applicate alla produzione del nettare di Bacco.

enoturismo italiaFonte: Bounce

Nuove abitudini, nuovo profilo del turista enologico

Come ha affermato Roberta Garibaldi durante la presentazione in Senato del Rapporto sul Turismo Enogastronomico 2021, “la pandemia ha limitato la possibilità di vivere esperienze di persona, ma i dati ci dimostrano una crescente attenzione all’enogastronomia in parallelo all’emergere di una nuova domanda”.

Le nuove abitudini accelerate dalla pandemia, come l’e-commerce di vini, il delivery da farsi recapitare direttamente a casa, sono diventati la nuova normalità, che ci accompagneranno anche nel futuro.

Non solo crisi ma anche opportunità: le cantine hanno dovuto rimodellare e ripensare il loro modello di business cercando di adattarsi ai nuovi comportamenti d’acquisto. Da allora il turismo enologico è in costante tensione tra esperienza territoriale ad alto valore aggiunto e una rapida digitalizzazione che ha riguardato il settore come mai prima d’ora. ​​

Esperienza diretta sul territorio da un lato: “Winecation”

Emerge un nuovo protagonismo durante l’esperienza turistica: il 60% degli intervistati del Rapporto sul Turismo Enogastronomico ha ammesso che le classiche visite in cantine seguono format simili portando il turista a ricercare qualcosa d’innovativo ed esperienziale. Molte attività enologiche ora si stanno focalizzando anche sulla qualità del processo di produzione e sull’esperienza outdoor, da percorsi nelle vigne alla partecipazione della vendemmia, come nuovo modo per permettere al turista di entrare in contatto con il territorio e la sua storia, anche in una nuova ottica consapevole e sostenibile.

“Questa pandemia ci ha mostrato chiaramente che se c’è un comparto che veramente può essere la leva della ripartenza, questo è proprio il turismo dei territori, il turismo cosiddetto rurale, che consente di contribuire significativamente al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile secondo la nostra Agenda 2030”, ha spiegato Alessandra Priante, direttore Europa UNWTO (Organizzazione mondiale del turismo).

E proprio da questa riflessione subentra anche il supporto delle comunità locali limitrofe: con la coniazione del neologismo “winecation” si è voluto riprendere la tendenza della staycation, ovvero della riscoperta dei territori vitivinicoli di prossimità.

Digitalizzazione dall’altro: “Neverending Tourism”

Queste esperienze dirette, coadiuvate da un integrato piano di marketing territoriale, sono rese possibili dalla digitalizzazione dirompente del settore, che come tutti gli ambiti quotidiani, ha interessato anche il segmento dell’enoturismo, aprendo delle potenzialià sconosciute e migliorando tutte le fasi pre e post esperienza. A partire dal 2020, abbiamo visto emergere piattaforme online di wine delivery, specializzate anche nell’offerta di degustazioni interamente digitali. Ma non solo. La nuova frontiera è quella che definiamo con il termine “neverendig tourism”, ovvero una fruizione di esperienza continua e dilazionata nel tempo, che aumenta il valore aggiunto della stessa esperienza territoriale. Le parole chiave per la ripartenza dell’enoturismo sono infatti prenotazioni online, piccoli gruppi e destagionalizzazione.

Iniziative per il rilancio dell’enoturismo

A sostegno della nuova visione dell’enoturismo, si sono create varie inziativie per supportare i viticoltori ad ampliare e a organizare la visitai in cantina. Nonostante l’annus horribilis 2020, l’enoturismo può andare a formare una voce importante nel fatturato di una cantina, ma spesso l’organizzazione dei flussi non è basata su un’attenta programmazione. Non basta più produrre del buon vino, ma bisogna comunicarlo, creare una storia e distribuirla a livello digitale.

La Carta dell’Enoturismo ai tempi del COVID-19 dell’Unione Italiana Vini e del Movimento Turismo del Vino, per esempio, ha fornito strumenti di supporto per le aziende, creando linee guida per operare in sicurezza.

Da poco, invece, si è concluso la tavola rotonda di Vision2030, che ha unito imprenditori del settore per dare forma allo sviluppo del settore vitivinicolo. Il progetto si è articolato in quattro tavoli tematici, il quarto dedicato proprio all’enoturismo, come volano di crescita per il settore. Tra le decisioni riportate emerge la necessità di formazione e di miglioramento degli strumenti digitali.