La recente decisione di Airbnb di riaprire, con poco preavviso, le candidature per le Experiences, inizialmente sospese nel 2023 e con un rilancio ufficiale previsto nel 2025, ha suscitato sorpresa e dibattito nel settore dei viaggi. Sebbene l’annuncio non sia stato accompagnato da fanfare mediatiche, la mossa ha generato reazioni contrastanti tra gli esperti del settore, che si sono interrogati sulla direzione strategica e sulla coerenza delle scelte aziendali di Airbnb e, in generale, su cosa significa oggi vendere esperienze online.
Lancio, crisi e rilancio: la storia delle esperienze Airbnb dal 2016 ad oggi
Le Experiences di Airbnb sono state lanciate per la prima volta nel 2016, con l’obiettivo di offrire ai viaggiatori esperienze autentiche e uniche, permettendo loro di vivere le destinazioni come un abitante locale. Inizialmente accolte con grande entusiasmo, queste esperienze permettevano a molti host di monetizzare non solo il posto letto nella loro casa ma anche competenze e passioni, con attività che andavano dal corso di cucina tradizionale alla scoperta di luoghi insoliti e attività ritenute, quindi, autentiche. Tuttavia, la piattaforma incontrò molte difficoltà nella gestione di questo nuovo segmento: come era prevedibile, l’enorme quantità di esperienze offerte portò problemi di qualità e coerenza.
Nel 2020, con l’avvento della pandemia, il settore delle esperienze in presenza subì un duro colpo, costringendo Airbnb a focalizzarsi su esperienze virtuali per mantenere viva la categoria. Nel 2023, l’azienda decise di sospendere l’accettazione di nuove esperienze per concentrarsi su una ristrutturazione completa del programma. La promessa era di rilanciare le Esperienze Airbnb nel 2025: una pausa che mirava a rimuovere le offerte che non soddisfacevano gli standard aziendali e a preparare un ritorno con un focus sulla qualità.
La riapertura delle esperienze di Airbnb e l’incertezza degli operatori
La recente riapertura alla vendita di esperienze, ha sorpreso molti nel settore, soprattutto perché Airbnb non ha fornito spiegazioni significative sul motivo di questo ritorno anticipato. La mancanza di visione strategica rischia, di compromettere la credibilità dell’azienda e gli stessi operatori locali iniziano a guardarsi intorno: per loro è giunto il momento di chiedersi se continuare a investire in questa piattaforma o esplorare alternative per vendere le proprie esperienze. Sicuramente, il CEO di Airbnb Brian Chesky ha più volte sottolineato che uno dei punti fondamentali del rilancio delle Experiences è la volontà di lanciare esperienze esclusive, seguendo la tendenza di molte OTA nel turismo, che vogliono differenziare il loro prodotto per non offrire un’offerta generalista. Tuttavia, questa esclusività è difficile da mantenere senza professionisti qualificati e un rigoroso controllo della qualità delle esperienze proposte.
Inoltre, la concorrenza nel settore è forte e, se gli utenti possono trovare le stesse esperienze su altre piattaforme a prezzi più competitivi o con migliori condizioni, l’idea di unicità perde valore. Airbnb, per preservare il proprio vantaggio competitivo, dovrà implementare sistemi di monitoraggio più efficaci e valorizzare le offerte non solo per la loro esclusività, ma anche per il modo in cui vengono presentate e gestite.
Non solo esclusività delle esperienze ma anche professionalizzazione degli operatori
Una delle maggiori sfide per Airbnb è la necessità di professionalizzare gli host che offrono esperienze, molti dei quali non sono, appunto, professionisti del settore turistico. La soluzione potrebbe risiedere in programmi di formazione e certificazioni, che garantirebbero standard qualitativi più elevati e una gestione più efficiente delle cancellazioni. Tuttavia, questo approccio entra in conflitto con il modello basato sull’economicità promosso da Airbnb. Vendere esperienze a prezzi troppo bassi rende difficile per gli host mantenere la sostenibilità economica delle proprie attività, spingendoli a cercare piattaforme alternative come Viator o GetYourGuide. Per evitarlo, Airbnb dovrebbe riconsiderare la sua politica di prezzi e offrire strumenti che assicurino maggiore redditività agli operatori, come un modello di commissioni più flessibile o l’introduzione di esperienze premium. In sintesi, il rilancio di Airbnb dovrà concentrarsi non solo sull’attrazione dei clienti, ma anche sul supporto agli host, creando un ecosistema più sostenibile e vantaggioso per chi offre esperienze, così da mantenere la fiducia degli operatori e restare competitivi nel mercato.
Video: lo strumento magico per vendere esperienze
Brian Chesky ha, inoltre, affermato che il video sarà un elemento chiave per il successo della commercializzazione delle nuove esperienze. Ma è davvero il video a fare la differenza? Sicuramente, un video ben realizzato può catturare rapidamente l’attenzione, ma non è detto che sia sufficiente per far scegliere un’esperienza. Inoltre, la qualità dei video sarà cruciale: come pensa Airbnb di organizzarsi per garantire che tutti i contenuti siano efficaci e ben fatti? Senza uno standard elevato, un video potrebbe persino risultare controproducente.
Spesso, ciò che crea una connessione più profonda con l’utente è la narrazione dell’esperienza stessa. Una descrizione curata, che evidenzi l’unicità e il valore dell’attività, può avere un impatto molto più forte. I viaggiatori non cercano solo immagini accattivanti: vogliono capire cosa rende quell’esperienza speciale, quali emozioni susciterà, come si collegherà alla cultura locale, e soprattutto, se è adatta a loro e alle persone con cui viaggiano.
In un mercato così competitivo, la descrizione dell’esperienza gioca un ruolo cruciale nel comunicare tutto questo. Un video può attirare l’occhio, ma è la storia dietro l’esperienza che convince l’utente a cliccare su “prenota”.
La sfida di Airbnb: bilanciare qualità, esclusività e sostenibilità per il rilancio delle esperienze
In definitiva, Airbnb dovrà affrontare una serie di sfide per garantire il successo del rilancio delle esperienze. La chiave sarà ripristinare la fiducia degli host e degli operatori, attraverso una strategia chiara che valorizzi non solo l’esclusività delle offerte, ma anche la qualità e la sostenibilità delle esperienze proposte. Senza un adeguato supporto agli host, inclusi programmi di formazione e politiche di pricing più favorevoli, la piattaforma rischia di perdere terreno a favore di competitor come Viator o GetYourGuide. Airbnb dovrà quindi concentrarsi su un equilibrio tra attrazione dei clienti e supporto agli operatori, creando un ecosistema dove le esperienze non solo prosperino, ma diventino veri e propri must-have per i viaggiatori in cerca di unicità e autenticità.