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Il potere della brand awareness delle OTA raccontata dalle ricerche degli utenti

By 16 Agosto, 20193 Aprile, 2020No Comments
OTA brand awareness tour operator esperienze esempi

Siamo in un mese caldo, anzi caldissimo! E non stiamo parlando di temperature ma di prenotazioni. Per l’Italia la stagionalità non è di certo un’opinione: è la realtà dei fatti di tutti i tour operator che si trovano ad affrontare l’atteso aumento di prenotazioni classico della stagione estiva. Una stagione in cui avere coltivato nel tempo una presenza online propria (un sito, una pagina facebook, ad esempio) e contemporaneamente sulle OTA di punta ha portato risultati più che soddisfacenti. 

Continua a leggere: OTA vs Siti web: budget a confronto per chi lavora nel turismo

Appoggiarsi alle OTA, si sa, può comportare dei risvolti estremamente negativi per un tour operator e in generale chi vende attività e esperienze a destinazione non vede l’ora di disintermediare tornando al controllo sul margine di profitto di un tempo. Perché non stiamo parlando soltanto del margine di guadagno “mangiato” dalle commissioni ma anche di altri fattori spesso sottovalutati dai tour operator: l’impatto delle OTA sulla propria brand awareness. 

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Diamo un’occhiata ad alcune delle OTA più importanti, al livello di brand awareness online e che tipo di strategia stanno portando avanti. Anche se nel corso dell’articolo ci limiteremo a dare un’occhiata a TripAdvisor e AirBnb, ti lascio qui l’elenco di altre OTA che puoi utilizzare per ripetere l’analisi per fare le valutazioni che ti interessano di più.

I trend di ricerca: un esempio da TripAdvisor vs Airbnb

 

 

Un brand forte è in grado non soltanto di creare riconoscibilità ma anche di indurre una naturale ricerca degli utenti verso i canali proprietari di un tour operator. Le OTA hanno mediamente maggiori budget da investire in marketing e pubblicità proprio grazie al fatto di non possedere una capacità produttiva propria. Un vantaggio che le ha portate nel tempo con il supporto di strategie di marketing ad hoc a sviluppare una brand awareness di non poco conto. 

Se diamo un’occhiata ai trend di ricerca su Google emerge chiaramente che i volumi di ricerca delle due piattaforme risentono della stagionalità, con picchi particolarmente intensi proprio nel mese di agosto. (Una nota: per semplicità, ho selezionato le ricerche da tutto il  mondo ma puoi tranquillamente ripetere l’analisi su altri mercati più specifici). I dati rilasciati da Google in questo frangente non sono assoluti* ma relativi e se teniamo soltanto conto delle ricerche degli utenti, TripAdvisor è stato a lungo in testa ad AirBnb, anche per una maggiore presenza nel mercato. Il superamento delle ricerche è avvenuto intorno al 2016, anno di lancio delle più che famose AirBnb Experiences. Un caso?

(* Per i dati assoluti sulle ricerche, ti sarà sufficiente consultare il Google Keyword Planner)

Le query (chiavi di ricerca) associate

OTA brand awareness tripadvisor ricerche utentiUn altro elemento interessante per valutare la riuscita delle campagne di brand awareness sono le query di ricerca associate alla keyword che identifica la OTA di punta. Ad esempio, TripAdvisor nel tempo è riuscito a creare una forte correlazione tra il suo brand e la ricerca di destinazioni, oltre che dei vertical su cui ha investito, come ristoranti e hotel. Da notare come si aggiungono alle associazioni degli utenti anche competitors più o meno diretti come Trivago, Skyscanner, Booking – un panorama simile lo possiamo riconoscere anche nel caso di Airbnb.

Query di ricerca correlate per TripAdvisor

 

Query di ricerca correlate per Airbnb

 

 

La relazione tra brand awareness, content marketing e traffico organico

Secondo quanto riportato da SimilarWeb, per TripAdvisor.it, luglio è stato un mese decisamente interessante, durante il quale la piattaforma ha superato i 36 milioni di visite, per la maggior parte (80% circa) da traffico organico. 

Anche per Airbnb.it, che ha toccato quota 10 milioni di visite, le ricerche organiche e gli atterraggi diretti coprono il 90% del traffico ottenuto nel mese di luglio. 

Investire in un sito web e nell’ottimizzazione dei suoi contenuti, oltre che nella promozione dei contenuti stessi, ha ripagato nel tempo anche in termini di traffico organico, ossia di traffico raccolto e generato dalle ricerche naturali degli utenti. 

 

OTA brand awareness airbnb_ fonti traffico

 

La SEO, tra brand awareness e autorevolezza online

Un altro elemento importante per valutare l’autorevolezza di un brand online attraverso il suo sito è il numero di volte in cui una sua pagina viene “citata” da altri siti web attraverso un link di rimando – in gergo, i “backlinks”. È ormai risaputo che il numero di link in entrata incide positivamente sul posizionamento di un sito web sui motori di ricerca, proprio per lo stesso principio per cui più ritengo una fonte “autorevole”, più avrò interesse a “citarla” nei miei contenuti.

 

OTA brand awareness airbnb_ backlinks

 

Fonte: Ubersuggest.

Investire in canali proprietari: la tua arma vincente contro le OTA

Le strategie che hanno portato e portano tutt’ora del traffico qualificato alle OTA sono strategie che puoi replicare con efficacia anche tu, sia per sviluppare la brand awareness ma anche e soprattutto per creare una fonte di traffico stabile nel tempo proprio come nell’esempio delle due OTA che abbiamo visto oggi.
Bada bene: non ti sto suggerendo di competere sulla stessa linea delle OTA ma di trovare anche tu un sistema per sviluppare una brand awareness forte e ottimizzata nel tempo curando gli elementi fondamentali della tua presenza online.
Ricorda sempre che, al contrario dei tour operator, le OTA non hanno ancora la capacità e le competenze per essere presenti a livello locale e altamente specifico e questo lascia ampio spazio per tutti i tour operator e i fornitori di esperienze altamente specializzati che vorranno cogliere questa opportunità.

 

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